Viaggio parallelo
a cura di Giuseppe Pavone e Vincenzo Velati
Un viaggio su due grandi vie di comunicazione: la strada e la ferrovia. Il paesaggio osservato è quello semplice che si presenta tutti i giorni sotto i nostri occhi: la fabbrica, il casello, la vecchia masseria, i nuovi capannoni e quelli abbandonati, i cavalcavia delle tangenziali, gli snodi stradali, i nastri di asfalto e tutto ciò che è trascurato e a cui il tempo non riserva alcun futuro per il dilatarsi inarrestabile delle città.
Viaggio parallelo è un posare lo sguardo sui luoghi, sugli spazi attraversati e contemporaneamente un confronto tra due modi di guardare, di osservare e di leggere il paesaggio attraverso due grandi infrastrutture che spesso corrono vicine, si guardano, si toccano, si attraversano. La strada e la ferrovia hanno determinato nel tempo un continuo processo di trasformazione del territorio, dei luoghi, del paesaggio, di quel paesaggio che ci portiamo dentro e che, come dice Diego Mormorio, “ […] è il centro di ogni sentimento. Centro secondo l’etimo greco: Kèntron, pungolo. Ogni cosa che ci punge, ci punge in relazione al nostro passato, al nostro essere stati dentro un luogo con le sue vicende. Dentro l’inseparabilità di un paesaggio dall’economia, dalla psicologia, dalla storia.”
Viaggio parallelo è uno sguardo parziale ma profondo sulle azioni che gli uomini esercitano sull’ambiente. E’ un viaggio mentale: un percorso parallelo dove su una linea vi è la realtà, quella realtà che l’uomo ha disegnato sul territorio e sull’altra vi sono i ricordi, i sogni, i luoghi del pensiero, i luoghi della memoria.
C’è in questo viaggio di esplorazione del territorio il tentativo di recuperare la facoltà immaginativa dei luoghi osservati.
L’idea di questa ricerca fotografica è quella di condurre un’indagine, che proseguirà nel tempo, su alcune strade di Puglia e Basilicata, allo scopo di percepire lo stato dei luoghi e riflettere – attraverso le immagini – sui fenomeni di trasformazione e/o conservazione del territorio, senza trascurare gli spazi interni di quelle strutture – sia dei luoghi che dei non luoghi: alberghi, centri commerciali, stazioni di servizio – poste ai margini delle strade. Volendo citare William Guerrieri, “La fotografia contemporanea sta perdendo interesse per il paesaggio, ma è cresciuta dilatandone la definizione. Tutto appartiene al paesaggio, anche gli spazi interni, anche i frammenti, anche le immagini già esistenti e prodotte dal territorio. Ha modificato il rapporto tra l’autore e l’esterno, da un rapporto di conoscenza ad un rapporto dove, per alcuni, solo l’esperienza soggettiva può ancora essere considerata una via credibile alla comprensione dell’esterno, o per altri, ad un rapporto dove prevale la considerazione che la realtà è sempre più costruita ad hoc da immagini che sostituiscono la vita reale.”
Come fase iniziale si è posta l’attenzione su due strade: la strada statale S.S. 407 (progetto realizzato il 2004) e la strada statale S.S.16 Adriatica. Per quest’ultima si è considerato il territorio compreso tra Giovinazzo e Ostuni. E’ stata anche effettuata una ricerca sul tratto ferroviario che corre parallelo alla strada perché a seguito dell’apertura dei cantieri di lavoro per la realizzazione del raddoppio ferroviario tra Bari e Lecce sono in atto, e si prevedono, ancora diverse e profonde trasformazioni del territorio, della viabilità e la costruzione di importanti infrastrutture (viadotti e sottopassi per la viabilità locale, dislocazione di agglomerati urbani etc.). Tutto ciò costituisce un importante progetto di trasformazione del paesaggio, della qualità dell’infrastruttura e della trasformazione antropologica, meritevole di una ricerca fotografica.
Il lavoro presentato in mostra, relativamente alla S.S.16, è solo l’inizio di una grande esplorazione effettuata su questa strada che attraversa l’Italia da Ferrara a Otranto e che, in quasi novecento chilometri percorsi, mostra il variare delle cultura, del paesaggio, della geografia e ogni genere di cambiamento: sociale, umano, ideologico.
A vent’anni da “Esplorazione sulla via Emilia, vedute e scritture nel paesaggio”, questa ricerca vuol essere un omaggio a quel lavoro che costituì un progetto di grande sensibilità visiva.
In un articolo scritto per quell’occasione Luigi Ghirri scrisse: “[…] la nostra strada è percorsa da una doppia velocità, quella del movimento delle macchine e quello del continuo mutamento del paesaggio. Per fotografarla bisogna scoprire invece il semplice valore della lentezza, che non è il semplice sostare o il soffermarsi, ma il percorrere con attenzione questi duecentosessanta chilometri. […] Bisogna dimenticarsi dei paesaggi visti di passaggio perché questa strada non resti una sorta di Terra di Babele, luogo di nessuna storia e nessuna geografia, o di tutte le storie e le geografie possibili. Per questo forse occorre anche entrare in una relazione di affetto perché i luoghi, gli spazi, le architetture, i volti possano diventare riconoscibili, familiari, abitabili o forse semplicemente si rivelino di nuovo al nostro sguardo.”
Da allora in poi, e se vogliamo ancora prima con la “Mission Photographique de la Datar” e “Viaggio in Italia”, diversi sono stati i progetti che hanno dedicato l’attenzione alla trasformazione del territorio: “Nuovo paesaggio americano. Dialectical Landscapes”, i progetti dell’Archivio dello spazio, di Ekodok 90, della Mission Photographique Transmanche, dell’Osservatorio Venezia Marghera, della Vinex Photo Project e quelli di Linea di confine per la fotografia contemporanea.
Anche “Viaggio parallelo” si pone l’obiettivo di indagare sul territorio, sul suo mutamento e di scoprire il patrimonio di una terra dove convivono paesaggi naturali e urbani, tradizione e modernità. Tutto questo grazie all’occhio attento dei fotografi e alla sensibilità di urbanisti, scrittori e poeti che in questa “avventura dello sguardo” ci aiuteranno a comprendere meglio il “paesaggio contemporaneo”.
Giuseppe Pavone