Ritratto di un territorio
a cura di Giuseppe Pavone e Vincenzo Velati
“Periferie”, titolo della prima edizione del progetto, è solo lo stralcio di un percorso più ampio che il Centro Ricerche intende realizzare per Triggiano, con l’obiettivo di approfondire la conoscenza dei luoghi e di riflettere con più attenzione sul nostro paesaggio. Quest’anno il Centro ha inteso proseguire l’indagine sul territorio, prendendo in considerazione il tema “Ritratto di un Territorio”. Il lavoro è articolato in quattro sezioni.
La prima è un omaggio a Triggiano ed è stata realizzata da Roberto Salbitani, uomo molto sensibile e grande fotografo. Del suo libro “La città invasa” del 1978 Giovanna Calvenzi ha scritto: “… in quegli anni era un punto imprescindibile di riferimento…Allora insegnavo fotografia e il libro di Salbitani era in pratica un mio libro di testo…e gli studenti si avvicinavano alla fotografia con uno specifico interesse verso la narrazione per immagini, per il fotogiornalismo, con…la convinzione che la fotografia oltre a documentare gli eventi, potesse cambiarne il corso”. [1]
La seconda sezione, “Luoghi del visibile. Fotografia del Territorio” è dedicata alla fotografia dei luoghi ed è più consona al mio modo di pensare per immagini e alla fotografia di Michele Roberto.
Ho scelto di lavorare sui luoghi attraverso una visione notturna, tra incertezza e ambiguità. E a questa visione ho rivolto uno sguardo affettuoso ricercando speciali angoli, luoghi particolari, momenti precisi, con l’idea di percepire spazi sempre più marginali e provvisori.
Michele Roberto ha incentrato la sua attenzione, invece, sui luoghi più periferici, seguendo un percorso che, a partire dalla parte estrema della città, si avvicina sempre più ai luoghi del vissuto urbano.
La terza sezione, “Volti e luoghi del visibile. Ritratti ambientati” è stata condotta da Tonia Caldarulo che ha realizzato ritratti ambientati in luoghi di lavoro con l’obiettivo di analizzare il territorio attraverso alcune attività locali.
La quarta sezione è rivolta ai giovani studenti delle scuole di Triggiano i quali hanno lavorato sullo stesso tema degli autori invitati al progetto. Quasi 80 partecipanti con oltre 200 fotografie presentate, dalle quali si evince come il loro sguardo sul territorio, pur essendo concentrato essenzialmente su alcuni luoghi ricorrenti, pone anche particolare attenzione al paesaggio urbano, alla campagna, alla periferia e quindi al paesaggio della contemporaneità e della trasformazione. Alcune di queste foto sono riportate nelle pagine del catalogo.
Nell’introduzione al lavoro dello scorso anno evidenziavo la necessità di rendere visibile l’identità e il carattere di questi luoghi e di interpretare il rapporto che lega gli abitanti allo spazio. Mi rendo conto che è un obiettivo molto ambizioso da raggiungere e non sono nemmeno tanto sicuro che ci sia un’identità, per cui penso che quanto fotografato, sia dagli autori che dai ragazzi, ci può essere di valido aiuto: il filosofo prete davanti alla chiesa di S. Maria Veterana, il frate fotografato insieme al suo dipinto realizzato a sua volta da un altro frate, la sequenza notturna del passaggio a livello delle Ferrovie del Sud Est in prossimità del cimitero, l’edicola votiva di S. Antonio realizzata dagli abitanti del quartiere di S. Lorenzo, la fotografia del tavolino con sedia oltre un cancello, una masseria osservata oltre un filo spinato, altro non sono che “frammenti” di questo territorio, frammenti che nel tempo potranno, forse, rendere più articolata l’identità di questo paese.
Anche i giovani ragazzi di Triggiano, d’altra parte, quando è stato chiesto di fotografare, attraverso un concorso, la propria città, l’hanno rappresentata attraverso “frammenti” che ogni giorno vedono e vivono: la chiesa matrice, la piazza, la villa comunale, la coppia di anziani, il contadino che raccoglie le olive, la stazione, il forno, la vigna.
Molti, quest’anno, hanno aderito all’iniziativa: studenti, docenti, amministratori e dirigenti scolastici. Pertanto colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno creduto in questo progetto e gli autori che hanno collaborato con me e con il Centro Ricerche per la Fotografia Contemporanea.
Giuseppe Pavone
[1] Giovanna Calvenzi in “Racconti dal paesaggio. 1984 – 2004. A vent’anni da Viaggio in Italia”, a cura di Roberta Valtorta.
La prima è un omaggio a Triggiano ed è stata realizzata da Roberto Salbitani, uomo molto sensibile e grande fotografo. Del suo libro “La città invasa” del 1978 Giovanna Calvenzi ha scritto: “… in quegli anni era un punto imprescindibile di riferimento…Allora insegnavo fotografia e il libro di Salbitani era in pratica un mio libro di testo…e gli studenti si avvicinavano alla fotografia con uno specifico interesse verso la narrazione per immagini, per il fotogiornalismo, con…la convinzione che la fotografia oltre a documentare gli eventi, potesse cambiarne il corso”. [1]
La seconda sezione, “Luoghi del visibile. Fotografia del Territorio” è dedicata alla fotografia dei luoghi ed è più consona al mio modo di pensare per immagini e alla fotografia di Michele Roberto.
Ho scelto di lavorare sui luoghi attraverso una visione notturna, tra incertezza e ambiguità. E a questa visione ho rivolto uno sguardo affettuoso ricercando speciali angoli, luoghi particolari, momenti precisi, con l’idea di percepire spazi sempre più marginali e provvisori.
Michele Roberto ha incentrato la sua attenzione, invece, sui luoghi più periferici, seguendo un percorso che, a partire dalla parte estrema della città, si avvicina sempre più ai luoghi del vissuto urbano.
La terza sezione, “Volti e luoghi del visibile. Ritratti ambientati” è stata condotta da Tonia Caldarulo che ha realizzato ritratti ambientati in luoghi di lavoro con l’obiettivo di analizzare il territorio attraverso alcune attività locali.
La quarta sezione è rivolta ai giovani studenti delle scuole di Triggiano i quali hanno lavorato sullo stesso tema degli autori invitati al progetto. Quasi 80 partecipanti con oltre 200 fotografie presentate, dalle quali si evince come il loro sguardo sul territorio, pur essendo concentrato essenzialmente su alcuni luoghi ricorrenti, pone anche particolare attenzione al paesaggio urbano, alla campagna, alla periferia e quindi al paesaggio della contemporaneità e della trasformazione. Alcune di queste foto sono riportate nelle pagine del catalogo.
Nell’introduzione al lavoro dello scorso anno evidenziavo la necessità di rendere visibile l’identità e il carattere di questi luoghi e di interpretare il rapporto che lega gli abitanti allo spazio. Mi rendo conto che è un obiettivo molto ambizioso da raggiungere e non sono nemmeno tanto sicuro che ci sia un’identità, per cui penso che quanto fotografato, sia dagli autori che dai ragazzi, ci può essere di valido aiuto: il filosofo prete davanti alla chiesa di S. Maria Veterana, il frate fotografato insieme al suo dipinto realizzato a sua volta da un altro frate, la sequenza notturna del passaggio a livello delle Ferrovie del Sud Est in prossimità del cimitero, l’edicola votiva di S. Antonio realizzata dagli abitanti del quartiere di S. Lorenzo, la fotografia del tavolino con sedia oltre un cancello, una masseria osservata oltre un filo spinato, altro non sono che “frammenti” di questo territorio, frammenti che nel tempo potranno, forse, rendere più articolata l’identità di questo paese.
Anche i giovani ragazzi di Triggiano, d’altra parte, quando è stato chiesto di fotografare, attraverso un concorso, la propria città, l’hanno rappresentata attraverso “frammenti” che ogni giorno vedono e vivono: la chiesa matrice, la piazza, la villa comunale, la coppia di anziani, il contadino che raccoglie le olive, la stazione, il forno, la vigna.
Molti, quest’anno, hanno aderito all’iniziativa: studenti, docenti, amministratori e dirigenti scolastici. Pertanto colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno creduto in questo progetto e gli autori che hanno collaborato con me e con il Centro Ricerche per la Fotografia Contemporanea.
Giuseppe Pavone
[1] Giovanna Calvenzi in “Racconti dal paesaggio. 1984 – 2004. A vent’anni da Viaggio in Italia”, a cura di Roberta Valtorta.