Periferie - Sguardi sul nostro paesaggio
a cura di Giuseppe Pavone
Rendere visibile l’identità e il carattere dei luoghi territoriali, interpretare il rapporto che lega gli abitanti allo spazio, sono gli obiettivi del Centro Ricerche per la Fotografia Contemporanea che ha ritenuto, per Triggiano, individuare dei percorsi che permettono una visione globale del paese: dalle vie d’ingresso al centro storico, dalle vie d’acqua alla via ferrata, dalla periferia ai luoghi istituzionali (chiese, scuole, piazze, campo sportivo, palazzetto dello sport, cimitero, centri di aggregazione), dagli insediamenti abitativi a quelli commerciali, dagli spazi agricoli a quelli industriali e artigianali.
Tali percorsi non possono esaurirsi nell’arco di una sola indagine, pertanto abbiamo ritenuto costruttivo lavorare su un tema specifico: “Periferie – sguardi sul nostro paesaggio”, ricerca che prende in considerazione le vie d’uscita della città e, in particolare, i margini, le periferie estreme. Il progetto, nato contemporaneamente a “Viaggio parallelo”[1], rappresenta una sorta di ricognizione visiva del territorio per riflettere sui problemi contemporanei che caratterizzano il nostro paesaggio, spesso deturpato e violentato.
Alla realizzazione hanno partecipato 7 autori, documentando lo stato dei luoghi lungo queste strade, alcune delle quali significative delle recenti trasformazioni del paesaggio. Evidente nel lavoro degli autori è la scomparsa dell’idea della bellezza del paesaggio, come è stato pensato e rappresentato fino a qualche tempo fa. La visione che la fotografia ha oggi del paesaggio, infatti, è cambiata. “Oggi il paesaggio non può più essere proposto come una realtà da documentare oggettivamente solo attraverso il rigore della visione prospettica e della camera ottica. Se per alcune circostanze resta indispensabile uno studio morfologico composto da una documentazione che comprenda analisi di tipo tecnico, l’uso della fotografia d’autore è utile per diversi motivi: sia come momento di comunicazione al pubblico sia come strumento di scoperta di valori e di aspetti che l’occhio sensibile del fotografo può cogliere, esprimere, evocare: in questo senso si rivelano indispensabili uno studio dei luoghi, della loro storia e della loro immagine. Ciò permette di prefigurare un tipo di fotografia di paesaggio che non rinuncia alla rappresentazione naturalistica, ma la riempie di contenuti, colti, soggettivi, artistici che trovano origine nella unione di elementi che di volta in volta compongono la struttura del progetto di ricerca”.[2]
Ogni autore è stato invitato a confrontarsi con lo spazio sul quale ha operato, ad osservare, con occhio critico, segnali, tracce, spazi omogenei e spazi transitori, presenze permanenti o temporanee, interventi umani e ambiente naturale. Ciascun lavoro è accompagnato da una breve riflessione sul modo di leggere e interpretare il territorio.
Da questa indagine emerge una città in espansione, dove sono evidenti le tracce di un paesaggio in trasformazione, ma anche una città i cui segni mostrano un territorio che poco o nulla è cambiato. Nel primo caso vi è l’estrema periferia, non più semplicemente zona urbana al margine di un centro abitabile, ma luogo che può accogliere le trasformazioni. Dove non vi è stata alcuna espansione, tutto è rimasto fermo e immobile.
“Periferie” è quindi un omaggio a questa città ma può essere, molto umilmente, uno strumento che offre la possibilità di incominciare a mettere in luce i modi per riflettere sui processi di trasformazione del paesaggio.
Giuseppe Pavone
[1] ideato e progettato insieme a Vincenzo Velati, “Viaggio parallelo” è un articolato progetto di ricognizione sul paesaggio costiero della nostra regione che si è posto l’obiettivo di indagare sul territorio e, grazie alla collaborazione sinergica di fotografi, artisti, urbanisti e scrittori, ha voluto richiamare l’attenzione e stimolare riflessioni sulle trasformazioni emblematicamente subite dalle aree del territorio solcate dalla strada statale 16 e la parallela linea ferroviaria.
[2] Maria Rosaria Nappi in “Luoghi come paesaggi” Fotografia e committenza pubblica in Europa negli anni “90, Linea di Confine, 2000