Architetture & Paesaggi - Omaggio a Luigi Ghirri
a cura di Giuseppe Pavone e Vincenzo Velatitesti di
Giuseppe Pavone, Enzo Velati, Nicola Signorile, Vito Fortini
Architetture e Paesaggi
“Sempre più mi rendo conto che fotografare architettura necessita una consapevolezza, un tempo di attuazione molto dilatato. Tradizionalmente cosa fa il fotografo? Va in un luogo, guarda come gira il sole, ci ritorna…cerca l’immagine, che dovrà essere il più possibile in asse, perfetta, regolare, incisa, dove tutto si dovrà vedere…E in queste fotografie non succede mai niente. Ma l’architettura vive, vive di sottili e affascinanti mutazioni spaziali e di tempo, anche atmosferico. Io di solito tendo a costruire un sistema di visione. In questa idea di rappresentazione rinvengo di volta in volta le modalità operative. Mi interessa lavorare per sequenze riferite a ciascuna minima variazione che fa vivere l’architettura. Così per esempio fotografo nelle diverse ore del giorno, per evidenziare come la luce modifica e trasforma, per operare raffronti tra l’architettura nella luce del mattino, nella luce del crepuscolo o nel buio della notte, oppure per verificare come viene vissuta.”
Con queste parole Luigi Ghirri risponde alla intervista di Mario Lupano “Fotografare i luoghi, fotografare le architetture”, riportata in Paesaggio Italiano, Quaderni di Lotus, Milano 1989.
Ed è proprio con queste parole che introduciamo il lavoro realizzato dal Centro Ricerche per la Fotografia Contemporanea, dal titolo “Architettura e Paesaggi” con il quale rendiamo omaggio a Ghirri nel ventennio della sua scomparsa.
Il titolo prende spunto da una mostra, sui temi dei luoghi dell’architettura e del paesaggio, che a maggio 2011 è stata a lui dedicata dalla facoltà di architettura “Aldo Rossi” di Cesena.
La mostra ha reso omaggio all’opera di Ghirri in cui architettura e paesaggio possono essere letti e interpretati, come ha scritto Aldo Rossi, in quanto “scena fissa delle vicende dell’uomo”.
Il tema di questo anno è un occasione per mettere in luce alcune opere architettoniche, presenti sul nostro territorio, inserite nel contesto del paesaggio che le accoglie e poco conosciute. Tutto ciò attraverso il linguaggio della fotografia che, ancora una volta, cerca di mettere ordine allo sguardo distratto di chi non vuole apprezzare quanto di prezioso abbiamo sotto i nostri occhi.
Per Ghirri le architetture erano le case che componevano la strada che abitava e le strade che percorreva ogni giorno, ed è grazie alla sua lezione che abbiamo scelto di indagare luoghi semplici ma densi di significato.
La scelta è stata condotta con l’aiuto degli architetti Vito Fortini e Nicola Carabellese, che ringrazio per la preziosa collaborazione e il contributo dato nella descrizione puntuale delle architetture fotografate, che rappresentano luoghi che quotidianamente sono vissuti o che lo saranno appena restaurati.
L’identità del nostro territorio che avevo incominciato a tracciare nel primo lavoro del 2006 “Periferie. Sguardi sul nostro paesaggio” forse incomincia ora a delinearsi.
Dico forse perché una serie di percorsi sono stati già realizzati e la città è stata osservata sotto diverse sfaccettature; ma questo non è ancora sufficiente per comprendere il modello culturale che la nostra città – Triggiano – vuole adottare.
Giuseppe Pavone